7 Ottobre 1571 LA BATTAGLIA DI LEPANTO…
La Battaglia di Lepanto è la battaglia navale del 7 ottobre 1571 nel corso della guerra di Cipro, tra le flotte musulmane dell’impero ottomano e quelle cristiane della Lega Santa.
Antefatto
Nel Mediterraneo era rimasta da tempo una partita aperta: quella tra cristiani e musulmani, che si riassumeva nello scontro tra l’Impero ottomano e il Regno di Spagna.
Ambedue erano Stati fondati sul potere assoluto del loro sovrano; avevano dimensioni enormi; infine, potevano contare su un potenziale bellico considerevole, che sostanzialmente si equivaleva.
Alla guerra aperta si mischiava poi la pirateria, fenomeno centrale nella storia dell’epoca. La pirateria musulmana costituiva un pericolo per tutte le rotte e le coste del Mediterraneo ed aveva il suo principale centro ad Algeri. Ma ben diffusa era anche la pirateria cristiana, rivolta non solo contro i musulmani.
La tensione tra il re di Spagna Filippo II e il sultano turco aumentò tuttavia in seguito all’occupazione da parte del successore di Solimano il Magnifico, Selim II (1566-74) dell’isola di Cipro, dominio veneziano situato in una zona strategicamente vitale (1570). Fu allora che il mondo cristiano si scosse e, tra infinite diffidenze e trattative quanto mai complesse, riuscì a trovare una comunione d’intenti.
Decisiva fu la mediazione di papa Pio V (1565-72), che portò alla costituzione di una Lega Santa contro i turchi, comprendente oltre al pontefice, la Spagna, Venezia, Genova, Granducato di Toscana, Savoia, Urbino e Cavalieri di Malta. Fu così armata una grande flotta al comando di Giovanni d’Austria, fratello naturale di Filippo II.
La battaglia di Lepanto
E così il 7 ottobre del 1571, nelle acque di Lepanto (una città greca posta all’imboccatura del golfo di Corinto) si fronteggiarono due grandi flotte (Lega Santa e Turchi) composte da centinaia di navi.
La Lega Santa si presentò con una flotta solida e numerosa. I Veneziani, infatti, avevano investito in tecnologia, innovando il proprio parco di armi da fuoco ma, soprattutto, avevano lavorato alla costruzione di una vera arma segreta: la galeazza, una galea più alta e più lunga di quelle normali e, per questo, praticamente inabbordabile. Su di essa erano sistemati i tradizionali cannoni laterali, ma anche altri quattro cannoni, due a poppa e due a prua, che le permettevano di sparare da qualsiasi posizione.
La battaglia di Lepanto si risolse in una grande disfatta dei turchi, che misero in salvo appena trenta galee e persero circa 35.000 uomini tra morti, feriti e prigionieri. I cristiani liberarono inoltre 15.000 forzati imbarcati come rematori nelle stive turche.
Nella memorabile battaglia di Lepanto, fu preziosa non solo la superiorità cattolica dell’artiglieria e nelle armi da fuoco leggere ma il fatto che la flotta musulmana arrivò allo scontro in cattive condizioni, dopo mesi di estenuanti scorribande nell’Adriatico.
Dalla Letteratura alla Storia
Alla battaglia di Lepanto partecipò Miguel de Cervantes (autore del Don Chisciotte della Mancia), che si imbarcò insieme con il fratello Rodrigo. Nella battaglia Cervantes, nonostante la febbre, combatté con valore, ma ricevette tre colpi di archibugio, due al petto, il terzo alla mano sinistra, di cui perse l’uso.
Le conseguenze della battaglia di Lepanto
La notizia della vittoria della Lega Santa nella battaglia di Lepanto suscitò un’ondata di entusiasmo nei Paesi vincitori e in tutte le terre che confinavano con la potenza turca. Quando la notizia della vittoria giunse in Vaticano, il papa ordinò che tutte le campane di Roma suonassero a festa.
Quali furono le reali conseguenze della battaglia di Lepanto?
La scarsa coesione tra i vincitori impedì alle forze alleate di sfruttare appieno la vittoria per ottenere una supremazia duratura. Dal punto di vista militare i turchi si ripresero prestissimo: ricostruirono la flotta e stipularono una pace separata con Venezia (1575), che si rassegnò alla perdita di Cipro.
Ma dopo Lepanto la presenza dei turchi nel Mediterraneo risultò come offuscata, senza più la brillante aggressività dei secoli precedenti. Essi preferirono spostare il loro interesse su un altro fronte, quello persiano, che li tenne occupati a lungo.
Per il mondo cristiano la battaglia di Lepanto segnò la fine di un incubo, perché mostrò che i turchi potevano essere duramente sconfitti in un grande scontro frontale. Libere da un troppo radicato complesso d’inferiorità, le potenze cattoliche che mantenevano flotte nel mediterraneo ripresero coscienza delle proprie forze e i traffici mediterranei divennero ora, per le navi cristiane, più sicuri di prima.
Nell’affresco del Vasari, alla raffigurazione della battaglia navale fra la Lega Santa e i Turchi si affianca una rappresentazione simbolica della lotta tra il Bene e il Male: in cielo (a sinistra) Cristo impugna la folgore e gli apostoli brandiscono le loro spade contro le forze demoniache (a destra). In basso (a sinistra) la Fede cristiana è incoronata d’alloro per la sua vittoria contro i Turchi.
Fonte: Benedetto XVI/7 Ottobre 2021 alle 8,15
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