Vaticano e mondo islamico
Nel 2006, papa Benedetto XVI, nel suo discorso di Ratisbona, ha detto ciò che nessun Pontefice aveva osato mai dire: che esiste un legame tra la violenza e l’islam.
Dieci anni dopo, papa Francesco non ha mai chiamato per nome i responsabili delle violenze contro i cristiani e non ha mai scandito la parola “islam”. Dopo Ratisbona, le scuse al mondo islamico sono diventate la politica ufficiale del Vaticano.
Oggi, l’intero corpo diplomatico del Vaticano evita accuratamente di pronunciare le parole “islam” e “musulmani” e nega che esista uno scontro di civiltà.
Di ritorno dalla Giornata mondiale della gioventù in Polonia, papa Francesco ha detto che tutte le religioni, compreso il cattolicesimo, hanno un potenziale di violenza. Francesco ha poi detto che “l’idea della conquista” appartiene all’islam come religione, ma ha subito aggiunto che si potrebbe interpretare con la stessa idea di conquista anche il cristianesimo “.
Bergoglio ha anche dichiarato che “l’islam è una religione di pace compatibile con il rispetto dei diritti umani e la convivenza pacifica” e ha asserito che sono i mali dell’economia mondiale, e non dell’islam, a ispirare il terrorismo.
Cosa ci dicono queste dichiarazioni papali? Che l’Europa sembra aver messo a punto una nuova strategia in tempo di guerra: sacrificare le vittime per evitare di dover combattere i carnefici.
Giulio Meotti
Tratto da: Il suicidio della cultura occidentale, ed.Lindau, pag.210